Sarebbe bastato muoversi prima per evitare “Quer pasticciaccio brutto der Decreto Rilancio“.
È stato approvato in Consiglio dei Ministri il 13 maggio, Sergio Mattarella lo ha firmato ieri, ad oggi però il Decreto attende ancora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ma poiché i Decreti Legge acquistano efficacia dal giorno stesso della loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sembrerebbe proprio che si sia creato in queste ore un vuoto normativo in materia di licenziamenti per g.m.o. da COVID-19.
Il Decreto Cura Italia vietava i licenziamenti per g.m.o. dal momento della sua entrata in vigore per un periodo di 60 giorni, ovvero fino alle ore 23.59 del 16 maggio 2020.
Come è noto il Decreto Rilancio prorogherebbe invece il termine della moratoria di ulteriori tre mesi, per un totale di 5 a decorrere dal 17 marzo.
Prorogherebbe però, perché al momento la norma che dispone la proroga non è ancora entrata in vigore.
Potrebbe dunque oggi 17 maggio un datore di lavoro intimare un licenziamento per g.m.o.?
Sì, ma avrebbe efficacia immediata solo nei confronti dei lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 ovvero nei confronti dei lavoratori assunti prima di quella data se l’azienda ha meno di 15 dipendenti.
Ma sarebbe legittimo?
Forse, perché se il Decreto non venisse pubblicato quest’oggi «Le legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo».
Ed eventualmente come intimarlo se oggi non si lavora?
Anche tramite whatsapp, perché il licenziamento è un atto unilaterale recettizio che acquista efficacia nel momento in cui viene a conoscenza della persona alla quale è indirizzata, ma si considera comunque conosciuto “nel momento in cui giunga all’indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell’impossibilità di averne notizia”.
Non basterebbe allora nemmeno bloccare il datore di lavoro fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per evitare il licenziamento.
Insomma, proprio un pasticciaccio brutto quer Decreto Rilancio, a meno che, pubblicandolo oggi, non acquisti efficacia proprio dalle ore 00.00 del 17 maggio 2020.
Se venisse pubblicato domani invece i recessi di oggi sarebbero probabilmente legittimi.